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  • Il libro è la Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, che tra il 1584 e il 1799 fu realizzata in 186 edizioni, 79 delle quali corredate da illustrazioni. E tra queste una delle più belle gallerie di immagini fiorì a Venezia, che per alcuni decenni del Settecento fu la capitale europea del libro illustrato. La sintonia lavorativa e l’amicizia che legò lo stampatore Giambattista Albrizzi e il pittore Giambattista Piazzetta resero possibile nel 1754 l’edizione di questo libro straordinario, forse il più bel libro illustrato del Settecento veneziano.
  • Caterina Bonafini fu un soprano che godette notevole fama negli ambienti di corte e in quelli artistici d’Europa nel secondo Settecento. Questo libro ne ripercorre la carriera artistica (tracciandone l’intensa attività, nonostante la relativa  scarsezza di fonti documentarie) e la vita privata, dai debutti a Venezia alla relazione col duca Carlo Eugenio del Württemburg (che ispirò a Friedrich Schiller un personaggio per una sua opera), dalle molte rappresentazioni in molte città italiane alle corti di Varsavia e San Pietroburgo, sino ai soggiorni a Modena e a Venezia ove si fece apprezzare nella vita di società.
  • Il volume raccoglie gli atti del convegno di studi L’eredità di Morgagni, svoltosi nell’Aula Magna del Palazzo del Bo a Padova nel 2012, trecento anni dopo che Giovanni Battista Morgagni aveva inaugurato il suo insegnamento presso lo Studio di Padova con una prolusione in cui presentava il suo progetto anatomo-clinico, ribadendo che «non è possibile conoscere la natura e le cause di alcuna malattia senza la conferma delle sezioni cadaveriche». Il convegno si è svolto in due sessioni: la prima storica con sei contributi, e la seconda contemporanea con tre contributi.
  • Il volume raccoglie l’intera produzione normativa della facoltà teologica padovana, cominciando dalla bolla pontificia istitutiva e comprendendo le diverse modifiche o aggiunte ai nuclei maggiori, in modo da fornire agli studiosi la possibilità di uno sguardo evolutivo interno e comparativo con altre sedi accademiche italiane.
  • Il volume raccoglie cinque saggi, undici testimonianze e la bibliografia aggiornata di Paolo Sambin, la cui lezione non riguarda solo la prospettiva e il metodo del "fare storia", ma anche e soprattutto lo stile di vita e il nostro modo di rapportarsi con l'"altro".
  • Prima edizione integrale del memoriale scritto da Giuseppe Gola probabilmente subito dopo la fine del suo rettorato, che può aiutare a capire meglio l'epoca difficile e pericolosa che il rettore Gola, l'Università, l'Italia hanno attraversato negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, raccontata da un testimone diretto non privo di passioni. Un'appendice documentaria completa il volume.  
  • Jessie White Mario visse le battaglie del Risorgimento italiano a fianco dei protagonisti delle lotte per l’unità d’Italia, e divenne nota anche all’estero grazie agli articoli che scriveva (soprattutto su testate americane e inglesi) su quanto succedeva sui campi di guerra e nella società. Negli anni successivi all’Unificazione si dedicò alla stesura di documentate biografie di personaggi del Risorgimento, e nel 1876 si distinse per una grande inchiesta sulla miseria in Napoli, cui seguirono altri documentati e coraggiosi reportages editi insieme e integralmente qui per la prima volta (sui carusi e sulle miniere siciliane, sulle condizioni dell’agricoltura della Sicilia, sul sistema carcerario e sull’istituto liberticida del domicilio coatto, sulla carentissima assistenza degli esposti).
  • Dieci studi dedicati alla figura e all'opera del famoso medico e botanico di Marostica: cinque inediti e cinque riveduti e aggiornati.
  • Raccolta di otto studi dedicati alla figura e all’opera del famoso medico e botanico di Marostica in occasione del 400.mo anniversario della morte.
  • Il volume inaugura il programma di riedizione in anastatica delle opere del famoso medico e botanico di Marostica (VI), corredate dalla traduzione italiana e da un adeguato studio introduttivo. La ristampa anastatica qui presentata comprende la prima edizione del De Plantis Aegypti, e la ristampa del De balsamo dialogus. La traduzione italiana di entrambe le opere è corredata da indici analitici: nomi scientifici attuali delle piante (indicate nel testo latino con frasi diagnostiche pre-linneane), nomi italiani, latini, greci ed arabi dei farmaci e nomi di persona e di luogo.
  • Raccolta di undici studi dedicati alla figura e all’opera del famoso medico e botanico di Marostica.
  • E' dedicato al combattimento in montagna, all’attualità e alle prospettive future del Mountain Warfare. Dimostra come le Truppe Alpine non abbiano mai esaurito la loro evoluzione di specialisti della guerra in quota e in situazioni climaticamente estreme, e abbiano ampliato le loro capacità grazie allo sviluppo scientifico e tecnologico che ha accompagnato l’approccio alla montagna e più in generale alle tematiche della difesa. Alcuni temi affrontati sono di taglio divulgativo, altri di taglio tecnico.  Parte da una sintetica disamina del combattimento in montagna in alcuni dei più rilevanti contesti storici e arriva ad approfondimenti riguardanti l’artiglieria, il supporto di fuoco, l’impiego della cavalleria, i tiratori scelti, la logistica, il genio, gli elicotteri, le previsioni meteorologiche, l’addestramento.  
  • Biografia umana e scientifica dello sfortunato medico, chirurgo e anatomista augustano noto per aver legato il suo nome al condotto pancreatico maggiore, da lui dimostrato nell’uomo per la prima volta a Padova nel 1642. Questo studio presenta il Wirsung sotto una nuova luce,  restituendogli un’attività sperimentale finora sconosciuta che fa intravvedere nuovi aspetti della sua personalità scientifica, che appare più articolata e complessa di quanto finora si supponesse.
  • "Santi (e quasi) del Polesine" intende essere una ricognizione, un avvicinamento a figure ricche di suggestioni e di esemplarità. Lo studio accosta le fonti che riguardano i tre santi del medioevo e le cinque sante (o quasi) dell’età moderna e contemporanea, lumeggiando una bibliografia essenziale, da "servo di Dio", a "venerabile", a "beato", fino alla proclamazione più solenne. Guardandoli da vicino, si profilano i contorni di esempi di alta nobiltà d’animo e di singolare sacrificio, vividi nonostante la fuga degli anni e la distanza delle epoche che li videro fiorire. Il viaggio per accostarli è a più tappe nel tempo e nella società del Polesine alla ricerca della misura eccezionale con cui hanno improntato la loro esistenza.
  • Gabrielli fu uno degli "importatori" del gioco nato in Inghilterra e ne favorì la conoscenza con l’opera svolta nelle scuole e all’interno del movimento ginnastico nazionale. Scrisse il primo regolamento completo nel 1895 e il primo manuale di divulgazione per uso delle scuole e delle società. Fu il primo autentico "tecnico" del Soccer in Italia, l'anima sportiva e il direttore del primo campionato italiano di calcio. A Gabrielli il calcio italiano deve quasi interamente la terminologia usata tuttora.
  • Le autrici immaginano che il narratore del libro sia il fiume Meschio, che attraversa da nord a sud l’abitato di Vittorio Veneto, formato dalle due città di Ceneda e Serravalle. Nel volume si esaminano i molteplici aspetti della storia di queste località: geografico, storico, artistico, letterario e religioso, inserendoli e rapportandoli ad un più ampio contesto nazionale. Le scrittrici, dando voce al Meschio, hanno descritto tutti gli aspetti della vita antica e moderna sviluppatasi sulle sue sponde e all’intorno, mettendo in risalto la presenza di chiese, palazzi e musei, descrivendo Vittorio Veneto come la città-giardino ai piedi delle Prealpi bellunesi e del Cansiglio.
  •  Fin dai primi secoli dell'insegnamento universitario a Padova, fra gli allievi figurano studenti istriani, che testimoniano la continuità dei rapporti fra l'Istria e l'Università patavina. In particolare durante il dominio della Serenissima (1601-1797), gli scolari istriani che volevano frequentare corsi universitari erano obbligati, in quanto sudditi veneti, a frequentare lo Studio padovano, unica università della Repubblica. Al di là del suo valore storico-documentario questo volume vuol essere un giusto e  doveroso riconoscimento della fitta trama di relazioni culturali che nel corso dei secoli si è venuta costituendo fra l'Università di Padova e le popolazioni dell'Istria e di Fiume.
  • Catalogo delle testimonianze araldiche di scolari dello Studio patavino variamente distribuite nelle chiese e nei palazzi padovani di cui sino ad oggi si conosceva solo vagamente l’esistenza.
  • Atti del pomeriggio di studio organizzato nel 2013 in occasione del centenario della nascita e del decennale della scomparsa di Paolo Sambin, un maestro dentro le aule universitarie e fuori. Quello che ne emerge è il ritratto di uno studioso e di un uomo al servizio degli altri, impegnato sia nel campo civile (politico e della Resistenza) sia nel mondo ecclesiale. Veniamo a contatto con l’umiltà del cristiano e l’umiltà dell’uomo di scienza, profondamente consapevole della fragilità di ogni nostra indagine – destinata a essere superata, inevitabilmente, dal lavoro di chi seguirà – e, insieme, della sua necessità. Il volume è inoltre arricchito dall’affettuosa intervista rilasciata nell’estate del 1993.
  • Studio dedicato all'istituzione della seconda Scuola Veterinaria italiana voluta dalla veneta Repubblica all'interno di un progetto organico e innovativo per aumentare le produzioni zootecniche in terraferma e migliorare la bilancia commerciale della Serenissima. Seconda edizione riveduta e ampliata.
  • 14 contributi che spaziano dal Duecento al Novecento. Un primo filone riguarda Venezia, con saggi sulle prime imitazioni locali dell’opera di Dante e di Petrarca, sulla letteratura ‘alla bulesca’, sul problema della conservazione della laguna, e sull’opera in versi – un’assoluta novità e caso unico in tutta la letteratura italiana – di un suddito della Serenissima che nel 1517 compone un poema in lode del Sultano turco. Un secondo filone interessa la Marca trevigiana, con interventi sulla letteratura prodotta in loco nel Due e Trecento e con profili di suoi eminenti personaggi dell’Otto e Novecento. Un terzo filone riguarda più in particolare Padova, con saggi sull’opera di Ruzante e sulla sua recente fortuna critica, e con uno studio sulla diffusione cinquecentesca della letteratura in dialetto pavano.
  • Atti del convegno dedicato all’illustre anatomista e botanico tedesco Johann Wesling (1598-1649). Ne vengono ripercorse la vita e le opere: dalle origini a Minden alla peregrinazione in Europa prima di giungere a Padova; dalla laurea presso questa Università al soggiorno in Egitto, e quindi la sua chiamata alla cattedra di chirurgia e di anatomia dell’Università di Padova e poi anche alla prefettura dell’Orto e alle cattedre di ostensione e di lettura dei semplici. Le sue ricerche culminano con la pubblicazione del manuale Syntagma anatomicum, che ebbe una vasta diffusione in Europa con traduzioni in varie lingue, e rilevante fu il suo contributo all’Orto botanico con l’importazione di numerose piante esotiche. Viene infine affrontato il ruolo svolto dagli studenti tedeschi della natio Germanica artistarum nella storia dello Studio padovano.
  • Quest'opera ricostruisce l'itinerario che in quasi cinque seecoli ha portato le antiche spezierie a diventare le moderne farmacie e l'antica arte dello speziale a trasformarsi nella moderna industria farmaceutica, soffermandosi sulla storia di alcuni medicamenti che fecero la fortuna dell'arte farmaceutica veneta.
  • Massaria fu la tipica figura vicentina dell’uomo rinascimentale: filosofo e naturalista, cultore della medicina e delle lettere, caritatevole e fastoso. E' poco noto in quanto le sue opere sono tutte scritte in latino e nessuna di queste è stata tradotta in volgare. Questo volume raccoglie la traduzione della sua opera più importante, il De peste, che lo ritrae mentre gira per le vie vicentine desolate dalla pestilenza profondendo il suo impegno nel curare gli ammalati, isolare i soggetti sani, vigilare sulle misure igieniche; e in questo appare un “novatore”, anche se lui non si riteneva tale.
  • Designare un medico come «monarca della medicina» significava riconoscergli un ruolo eminente tra tutti gli altri medici. I documenti editi e soprattutto i manoscritti delle opere di Marsilio Santasofia hanno permesso di fissare il catalogo delle sue opere e di seguirne la produzione, la tradizione e la diffusione. Marsilio concentrò la sua attività sui commenti ai due testi fondamentali dell’insegnamento universitario della medicina, l’Articella, i cui principali testi sono la Tegni di Galeno e gli Aphorismi di Ippocrate, e il Canone di Avicenna. E furono proprio queste opere esegetiche a creare la sua fama, che dall’Italia si diffuse quasi subito nelle università d’oltralpe.
  •  Fin dai primi secoli dell'insegnamento universitario a Padova, fra gli allievi figurano studenti istriani, che testimoniano la continuità dei rapporti fra l'Istria e l'Università patavina. In particolare durante il dominio della Serenissima (1601-1797), gli scolari istriani che volevano frequentare corsi universitari erano obbligati, in quanto sudditi veneti, a frequentare lo Studio padovano, unica università della Repubblica. Al di là del suo valore storico-documentario questo volume vuol essere un giusto e  doveroso riconoscimento della fitta trama di relazioni culturali che nel corso dei secoli si è venuta costituendo fra l'Università di Padova e le popolazioni dell'Istria e di Fiume.
  • Profilo biografico dell'antiquario, bibliofilo e filosofo nato probabilmente a Venezia all'inizio del Quattrocento e indagato dagli studi già a partire dall'erudizione cinque-settecentesca.
  • Atti del convegno che ha affrontato pressoché tutti i temi ‘forti’ del positivismo riguardanti il nesso tra scienza e filosofia: antropologia, psicologia, biologia, pedagogia, al fine di offrire una visione organica e articolata della scuola padovana, che aveva al suo centro il maggior esponente italiano della filosofia positivistica, Roberto Ardigò. In conclusione, il volume apporta un contributo originale e innovativo alla storia culturale perché dimostra che la vittoria del neoidealismo sul positivismo, già in pieno svolgimento nell’età giolittiana per opera di Croce e Gentile, non fu così lineare ed esaustiva.
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